Ciak, si gira il delitto di Fénis.
Strada chiusa al traffico in centro per permettere ai consulenti della Corte di Appello di Torino di ricostruire scenedel delitto del 29 dicembre 2009, quando il pizzaiolo-musicista Armando Tealdi di Bra (Cuneo) fu ucciso in casa.
Per l’omicidio sono stati condannati in primo grado all’ergastolo i dominicani Cristian Candelario Abreu, 33 anni, vicino di casa della vittima, e l’ex giocatore di baseball Victor Manuel Seijas Cuevas, 24 anni di St-Pierre. In campo la miglior tecnologia della Fabrica art & media di Giuseppe Galliano, esperto in multimedialità, e il super esperto cronometrista Salvatore Musino.
Il piazzale del distributore di benzina vicino alla casa in cui hanno abitato Tealdi e Abreu è stato trasformato in un set con telecamere sensibili piazzate su una barra telescopica di 25 metri per le riprese dall’alto. Non è stato utilizzato il modellino di elicottero radiocomandato munito di telecamera per il troppo vento.
«Il lavoro più complesso è stato collegare le nostre apparecchiature alla telecamera dello sportello della banca, ma soprattutto far combaciare l’immagine attuale con quella del vecchio sportello» ha spiegato Galliano. Gran lavoro anche per Musino, che ha misurato da ogni angolazione le distanze da un punto all’altro degli edifici e dello sportello bancario e che dovrà cronometrare i tempi di movimento di auto e persone che la notte del delitto sono state riprese.
«Saranno poi i giudici – dice – a decidere quel che serve ai fini processuali».
La seconda perizia simulata si farà lunedì, dalle 23 alle 6 del mattino; da Bra sarà riportata a Fénis la Skoda blu di Tealdi rubata da Cuevas per lasciare la casa, prima che Abreu spegnesse le luci dell’alloggio del pizzaiolo, morto soffocato dal cavetto del computer. Lunedì oltre alle telecamere entreranno in funzione i cronometri per calcolare i tempi di fuga dalla casa e gli spazi temporali tra un passaggio e l’altro delle auto riprese dalla telecamera del bancomat.
Ieri a Fénis, con i legali Filippo Amoruso e Federico Fornoni, è arrivata la mamma di Cuevas. «Sono sicura – ha detto – che mio figlio non ha commesso quel terribile crimine. Spero che con questa perizia si riesca a provare la sua non partecipazione al delitto».
|