Quando il computer entra nell’aula di tribunale, PC Professionale n.98 1999

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Quando il computer entra nellaula di tribunale, PC Professionale n.98 1999 | press  | Video Industriali | Filmati Aziendali | Giuseppe Galliano Multimedia Studio | Per la prima volta in Italia è stato ricostruito, in un’aula
di Corte d’Assise, il “visus”, cioè la capacità visiva, di un imputato di omicidio.
E’ accaduto a Novara, dove la Procura della Repubblica, per ricostruire la scena di un
omicidio, si è avvalsa della collaborazione di un luminare dell’oculistica di fama mondiale, il Professor Fabio Dossi,
e di un professionista della multimedialità, il Dott. Giuseppe Galliano, che per primo portò la ricostruzione tridimensionale in un’aula di tribunale italiana (Parma, 10 dicembre 1994).

Si è trattato di un lavoro “a quattro mani”, visualizzato presso la Corte d’Assise nell’udienza dibattimentale svoltasi lo scorso 10 febbraio: in quell’occasione è stato ricostruito virtualmente l’ambiente dove è
maturato il delitto, le autovetture presenti sul luogo e soprattutto le condizioni di luminosità riferite alla data e all’ora in cui si consumò l’evento delittuoso.
Si è così ottenuto un modello tridimensionale in tutto e per tutto corrispondente all’omologo reale. Successivamente la scena è stata ripresa dal medesimo punto di vista dell’imputato, sulla base dei rilievi emersi da ben tre esperimenti condotti sia dai Carabinieri che
dalla Polizia Scientifica. Tramite il modello tridimensionale della scena dell’omicidio è stato possibile riprodurre fedelmente innanzitutto il visus di un soggetto sano, nelle condizioni ambientali che il luogo del delitto presentava.

Tale risultato visivo è stato quindi elaborato congiuntamente dai due professionisti: attraverso una serie di comparazioni si è così raggiunta una ricostruzione di quello
che il soggetto poteva vedere, considerato il deficit visivo e le scarse condizioni di luminositá presenti in quel preciso luogo (l’area antistante il cimitero di Borgomanero – No)
nel giorno e nell’ora in cui il crimine venne consumato (29 dicembre 1997, h. 17:03).

Il computer ha restituito quello che l’imputato poteva realmente vedere, offrendo al Collegio Giudicante e alla Pubblica Accusa un ulteriore elemento di confronto con quanto emerso da testimonianze e interrogatori.
La sentenza, pronunciata in data 23 febbraio 1999, ha dichiarato l’imputato colpevole di omicidio volontario, comminando la pena di venti anni di reclusione, tre anni di libertà vigilata alla scadenza della stessa,
ottanta milioni ciascuno per marito, figlio e figlia della vittima, venti milioni ciascuno per fratello e sorella.

Un anno di lavoro per creare un modello strettamente aderente alla realtà di Bruno Severino

La caratteristica dei programmi di grafica 3D che attrae Quando il computer entra nellaula di tribunale, PC Professionale n.98 1999 | press  | Video Industriali | Filmati Aziendali | Giuseppe Galliano Multimedia Studio |
maggiormente l’attenzione del pubblico è la possibilità di ricreare situazioni e ambientazioni virtuali fino a raggiungere, in casi limite, l’impossibilità di distinguere l’immagine sintetica da quella reale.
Ciò che è stato fatto con grande perizia, in occasione dell’udienza dibattimentale del 10 febbraio, è proprio dimostrare come la ricostruzione 3D della scena del delitto fosse strettamente corrispondente
alla realtà e, quindi, valida agli effetti del dibattimento. Il lavoro si è articolato in differenti fasi. In un primo momento è stato necessario costruire un modello
tridimensionale del luogo dell’omicidio. Anche se, per loro natura, gli oggetti che componevano la scena erano estremamente semplici da realizzare
(ad eccezione delle due automobili che hanno richiesto una modellazione avanzata), è stato necessario prestare estrema attenzione al dimensionamento ed al posizionamento degli stessi.
Una mancata corrispondenza tra le misure del modello e quelle reali avrebbe determinato distorsioni ottiche che avrebbero invalidato la ricostruzione.

 

Quando il computer entra nellaula di tribunale, PC Professionale n.98 1999 | press  | Video Industriali | Filmati Aziendali | Giuseppe Galliano Multimedia Studio | Per scongiurare questa possibilità è stata condotta una scrupolosa campagna di rilievo sul luogo del delitto e, in fase di modellazione, si è sfruttata la funzione di misurazione di 3D Studio MAX 2.5 per dimensionare gli elementi e controllarne la posizione relativa.

La ricostruzione poligonale che potete vedere nelle immagini pubblicate si ferma ai limiti del piazzale antistante il cimitero, tutto ciò che si intravede sullo sfondo è stato realizzato tramite il montaggio di una foto panoramica su due superfici cilindriche,
debitamente elaborata per eliminare le deformazioni dovute alla proiezione delle stesse. Una volta realizzato il modello era necessario attribuirgli materiali e caratteristiche superficiali esattamente corrispondenti a quelle del sito reale. Per questo motivo sono state scattate circa 300 immagini, successivamente
digitalizzate e modificate, che hanno costituito parte essenziale della ricostruzione. Si è molto lavorato per restituire a video l’esatta cromia delle superfici presenti sulla scena del delitto.
Altro aspetto importantissimo per l’esito positivo della ricostruzione è stato il fattore illuminazione.
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La ricostruzione, infatti, è stata ordinata per verificare se l’imputato poteva realmente vedere ciò che aveva testimoniato.
Per simulare l’effetto della luce solare si è utilizzata la funzione “luce solare” di MAX 2.5. Questa particolare funzione consente, una volta specificate le coordinate geografiche,
data e ora, la simulazione della luce naturale. Per controllare l’esattezza del calcolo del motore di rendering di MAX, sono state verificate, in loco, le ombre prodotte dal sole in tre mesi differenti (tra cui dicembre, il mese del delitto).
La triplice verifica ha evidenziato la corrispondenza tra la simulazione e gli eventi reali.
La fase successiva ha chiamato in causa il Prof. Dossi che, insieme al Dott. Galliano, ha lavorato per restituire a video, dopo un minuzioso esame clinico,
il difetto visivo dell’imputato. Per raggiungere lo scopo sono stati analizzati numerosi ottotipi corrispondenti a deficit visivi particolari; tramite un lungo processo di modifica delle immagini corrispondenti ai soggetti sani, paragonate con quelle relative alle patologie, è stato possibile rendere il difetto visivo dell’imputato.
La realizzazione delle due vetture è stata possibile grazie ai piani costruttivi forniti dalle rispettive case costruttrici.
Per effettuare la modellazione della Y10 è stato utilizzato il plug-in Surface Tool, mentre la carrozzeria della Tipo è stata modellata direttamente con il motore geometrico di MAX 2.5.
In entrambi i casi sono state disegnate le curve relative ad ogni parte della carrozzeria, il perfetto accoppiamento è stato possibile sfruttando come bordo della superficie successiva quello adiacente già costruito. Terminata la ricostruzione, è stato confrontato il risultato ottenuto con le immagini riprese dalla polizia scientifica, verificandone l’esatta corrispondenza.
In sede dibattimentale è stato mostrato un montaggio video in cui erano comparate e sovrapposte l’immagine sintetica e quella reale, questo per dimostrare in modo inconfutabile la validità del modello.

Visto che l’intero lavoro è stato svolto con le attrezzature del Dott. Galliano, per garantire la corretta resa delle immagini durante il processo sono stati
approntati in aula 5 monitor uguali a quelli utilizzati in fase di sviluppo. La società DPS Italia ha poi fornito 2 workstation identiche equipaggiate con la scheda di montaggio video Perception Real Time (già utilizzata in fase di sviluppo) per consentire la visione dei filmati in aula. Ecco una vista generale del luogo dell’omicidio, calcolata in pieno giorno.
Ciò che si vede dietro il muro e oltre il piazzale asfaltato non è un modello poligonale, bensì una fotografia panoramica costruita ad hoc e proiettata su di una superficie cilindrica.